Guardando un mio dipinto, l’amica Sabrina Garbini sceglie di comporre una poesia che sa di mare e amori.
Parole e immagini si uniscono per celebrare l’arte nella sua totalità.
Seduto vento,
perduto canto,
solerte azzurro,
all’origine del mio amarti
il soffio sibillino delle acque,
la terra fluida della roccia
che ti pone giaciglio al mio sguardo,
e al mare del mondo.
Privo di luce, privo di sogni
ribaltati alla terra.
Piedi fermi e inverno acrobatico,
al grigiore delle ore e delle onde,
onda metallica, onda rinforzata dal mio scatto,
fermo il tempo, fermo il destino,
fermo l’istante e ne faccio tempra e colore,
subdolo inganno e finzione,
ne faccio materia agli occhi della tua bocca.
Quel tuo curvare il peccato della schiena,
sguardo pieno e flessione del ventre
al verde che ti assale.
Le tue linee, le tue curve, di calda lana,
il tuo bacio clandestino che solo noi ammantiamo.
Ti vedo grande, ti assaporo luce,
ti noto fragile e avvinto da un pensiero recondito,
da un ramoscello stretto tra le mani a lenire il tempo,
aspetto il tuo voltarti,
e saranno già alte
le altalene del sogno, e il grido dei gabbiani clandestini.
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